L’antico Borgo di Groppo

Groppo è un borgo ligure dell’Alta Val di Vara, posto alle pendici nord orientali del Monte Gottero. Il borgo, di origine medioevale, è arroccato su di un colle e nonostante le svariate riedificazioni e modifiche al tessuto urbanistico dell’abitato, ha mantenuto nel tempo i caratteri tipici di un borgo fortificato di collina.

Le prime citazioni relative a Groppo sono della seconda metà del XII secolo, in rapporto alle vicende della Rivolta Baronale contro la Repubblica di Genova capeggiata dalla famiglia malaspina. All’inizio degli anni ’70 si erano infatti esacerbati i contrasti tra Genova da un lato e Obizzo e Moroello Malaspina dall’altro, in particolare per quel che concerneva la zona della pieve di Cicagna e i castelli di Monleone e Figarolo.

Nel 1172 i due Malaspina organizzarono una congiura ai danni di Genova insieme ai da Passano, i Lavagna e i Cogorno e a non meglio identificati signori della Lunigiana e agirono militarmente nella zona di Chiavari, Sestri Levante e Rivarolo. Benché la maggior parte delle operazioni militari si siano svolte sulla costa, un certo ruolo dovettero giocarlo anche alcune fortificazioni dell’immediato entroterra. Il contrasto del 1172 tra Genova e i Malspina si trascinò fino alla pace del 1174, in cui si stabilì che i marchesi dovessero consegnare a Genova i castelli di Lerici (La Spezia), Pietratetta (sopra Moneglia) e di Figarolo (Lorsica). Tra le condizioni si registra anche l’impegno dei consoli a distruggere il castello di Nascio (Ne) dopo che Groppum Martium, ad oggi identificato da alcuni storici con l’attuale borgo di Groppo, fosse stato a sua volta distrutto da Obizzo e Moroello Malaspina. Nell’accordo risulta chiaro l’intento genovese di togliere dal controllo malaspiniano alcune fortificazioni che erano risultate strategiche nel corso del conflitto, sparse su un territorio ampio, sebbene maggiormente concentrate nella porzione occidentale della Liguria di Levante.

In questo contesto i castelli di Groppo e di Nascio risultano speculari: Nascio all’estremità orientale della val Graveglia e Groppo a quella occidentale della Val di Vara. L’uno guardava l’altro, se non direttamente, certo in un contesto di contrasto politico diretto, il cui termine è segnato appunto dalla distruzione di entrambe le fortificazioni. Nel 1248 gli uomini di Groppo si sottomettono alla Repubblica di Genova, giurando ad essa fedeltà e seguendone le sorti. Probabilmente in rapporto alla graduale perdita del controllo sul borgo Groppo da parte della famiglia Malaspina viene edificato un nuovo castrum presso Godano, di cui troviamo citazione nel 1222 e da cui dipendevano gli altri borghi del territorio circostante. È bene tuttavia specificare che la presenza dei Malaspina in loco è deducibile solo in via indiretta, dato che Groppo non risulta tra i possedimenti malaspiniani in alcun documento successivo e i marchesi non sono nemmeno nominati nell’atto di sottomissione a Genova degli uomini di Groppo del 1248. Con l’atto di sottomissione gli uomini di Groppo si impegnano nel soccorso militare alla Repubblica di Genova a levante di Varese Ligure fino al pontremolese.

La Repubblica si impegna invece a mantenere gli usi consolidati della comunità locale, concedendo ad essa la scelta di propri podestà o consoli fra i cittadini genovesi. Si avvia quindi un periodo di sviluppo economico , attraverso lo sfruttamento delle forteste circostanti da parte della Repubblica di Genova. Il legname che ricava viene impiegato nella cantieristica navale genovese, pagando alla comunità rurale un pedaggio sulle merci.

Ad oggi dell’antico castello resta il riferimento toponomastico nella parte sommitale del borgo. Restano comunque le diverse evidenze murarie presenti in tutto il borgo a dimostrazione di una continua evoluzione e riedificazione delle abitazioni. È significativa la presenza di numerosi portali di epoca post-medioevale, che attestano un notevole sviluppo economico posteriore al XVI secolo, probabilmente in conseguenza della distruzione del Castello di Godano e il definitivo passaggio di tutta l’area territoriale limitrofa alla Repubblica di Genova.

Interessante è l’edificio nominato “casa manuella” in prossimità della Chiesa di San Siro. L’edificio, posto sull’antico accesso al borgo, si sviluppa in altezza, ricordando antiche mura di cinta. All’interno del tessuto murario dell’edificio sono posti interessanti reimpieghi murari, probabilmente con funzioni scaramantiche, posti a protezione del centro abitato. Oltre ad una croce patente con particolari decorazioni la parete che conduceva un tempo l’avventore verso l’interno del borgo murato ha due esempi di maschere apotropaiche. Le maschere apotropaiche sono raffigurazioni antropomorfe realizzate in pietra con fattezze appena abbozzate tipiche dell’alta Val di Vara e del versante della lunigiana pontremolese. I volti richiamano un passato ancestrale, che affonda le proprie radici nel mistero e nella tradizione contadina. Secondo alcune interpretazioni esse avrebbero la funzione di tenere lontani gli spiriti maligni e le influenze nefande. Questa soluzione troverebbe conferma nelle fattezze dei volti, inespressivi e con le labbra semi aperte e le gote “gonfie”, quasi in procinto di soffiare via qualcosa. L’edificio ha origini probabilmente più antiche, ma ha subito un forte rimaneggiamento nel periodo settecentesco.

La chiesa di Groppo è dedicata a San Siro. L’edificio è stato rimaneggiato più volte e presenta oggi forme ottocentesche. L’origine è però più antica come proverebbero le evidenze murarie poste sul lato sud dell’edificio in cui campeggia anche una rosa camuna. Un tempo si soleva dire in forma di scherno “La chiesa di Groppo, il campanile di Rio e il sacco vuoto della Sesta” richiamando la povertà del centro comunale di Sesta Godano, posto in fondo valle e sviluppatosi nella seconda metà dell’ottocento, rispetto alla ricchezza anche architettonica dei due edifici religiosi delle frazioni di Rio e Groppo. La chiesa di San Siro è in effetti la più grande edificio religioso del territorio comunale a dimostrazione dell’ingente numero di abitanti che Groppo poteva vantare in passato. Sulla facciata è posta una lapide che richiama i caduti durante i periodi bellici del novecento.

Poco distante dall’abitato su un colle adiacente si trova il piccolo Santuario della Madonna della Neve, edificato in ricordo di una “miracolosa” nevicata estiva. Il Santuario è molto antico e citato fra i possedimenti della Parrocchia di Groppo, la tradizione orale lo ricorda come luogo di sepoltura per i borghi circostanti. Oggi il Santuario della Madonna della Neve si trova a pochi km dal centro di Groppo in località “casà”. L’edificio odierno è della seconda metà del XIX secolo e il campanile è stato edificato poco successivamente intorno alla fine XIX secolo.